Trattamento nutrizionale dell’ipercolesterolemia

a cura del Dr. Emanuele Giordano.

Il colesterolo è un sterolo che si presenta in scaglie bianche, insipide e inodore.

Come sterolo appartiene alla famiglia degli steroidi, composti organici di origine animale e vegetale, che vengono comunemente classificati tra i lipidi, poiché sono presenti nella frazione insaponificabile dei grassi, ossia nel materiale insolubile in acqua, ma solubile in etere, che residua dopo la saponificazione di un grasso animale o vegetale.

Il colesterolo è lo steroide animale più diffuso, si trova in tutti i tessuti, soprattutto nel tessuto nervoso e nel cervello, presente normalmente nel sangue, una sua eccessiva concentrazione lo porta a depositarsi sulla tunica media e intima della arterie, causando ispessimento dei vasi o restringimento del loro diametro, contribuendo ad aumentare la pressione arteriosa e i processi di aterosclerosi.

Il colesterolo è però molto importante in quanto precursore principale per la sintesi degli ormoni sessuali (progesterone, androgeni e estrogeni), degli ormoni ipofisari, degli steroidi surrenalici (mineralcorticoidi e glucocorticoidi).

Il colesterolo inoltre è importante per la formazione della vitamina D e per la sintesi degli acidi biliari necessari per l’assorbimento, digestione dei grassi.

Il nostro corpo produce mediamente circa 2gr. di colesterolo al giorno indipendentemente dal colesterolo assorbito con l’alimentazione. Oggi si sa che solo il 2% del colesterolo alimentare va nel sangue.

Quando dobbiamo allora preoccuparci?

Oggi si ritiene che il livello di guardia oltre il quale è opportuno un intervento terapeutico è di 300mg/dl. Inoltre dobbiamo considerare il livello delle HDL e delle LDL, che sono le lipoproteine che trasportano il colesterolo nel sangue. Sappiamo che un alto livello di HDL è protettivo delle condizioni del nostro letto circolatorio, viceversa per le LDL.

Ma un altro parametro ultimamente è stato preso in considerazioni come vero fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Mi riferisco al rapporto tra i trigliceridi e le HDL. Le LDL, a sua volta, si dividono in due categorie: una forma piccola e densa, molto pericolosa per la formazione di trombi nelle arterie, e una forma più grossa e leggera, molto meno pericolosa.

Come si fa a sapere quale delle due prevale?

E’ sufficiente misurare il rapporto ematico tra TG/HDL. Più è basso e più possiamo essere sicuri che prevarranno tra le due forme di LDL, quella meno pericolosa.

Prima di ricorrere agli importanti e potenti farmaci di sintesi che oggi la medicina mette a disposizione per il controllo del colesterolo, si dovrebbe quasi sempre valutare l’idea di intervenire sul piano alimentare e dell’integrazione ortomolecolare per modificare la sintesi endogena del colesterolo e aumentare le HDL e abbassare i TG.

Dal punto di vista dell’alimentazione oggi ormai siamo perfettamente a conoscenza dell’effetto che hanno i cibi ad alto indice glicemico nel determinare alti picchi di produzione di insulina, ormone che stimola fortemente l’attività dell’enzima epatico deputato alla sintesi endogena del colesterolo, HMG-CoA – reduttasi. Quindi occorre ridurre la quantità complessiva dei carboidrati e soprattutto quelli ad alto indice glicemico.

Il glucagone al contrario, stimolato da piccole quantità di proteine, (ottime quelle di soia),  e alcuni eicosanoidi buoni, hanno invece un effetto inibente l’attività di questo enzima. Il consumo alimentare di oli deidrogenati (acidi grassi trans) presenti in molti cibi industriali compete con gli acidi grassi cis da cui si formano gli eicosanoidi buoni, contribuendo così all’aumento del colesterolo. Occorre quindi limitare gli acidi grassi trans o ancora meglio eliminarli.

E’ necessario invece aumentare il consumo di vitamine del gruppo B e il magnesio che è il minerale fondamentale per accelerare l’attività dei cicli metabolici. Una compressa al giorno di vitamine del gruppo B e un cucchiaino al giorno di magnesio supremo sono la posologia media con cui iniziare e che poi andrebbe personalizzata in base al soggetto.

Altra integrazione che ritengo fondamentale è l’uso dell’olio di pesce a un dosaggio minimo iniziale di 2,5 gr al giorno, ricco di omega 3, la cui funzione è essenziale per la produzione degli eicosanoidi buoni e per abbassare il livello dei trigliceridi e spostare così favorevolmente il rapporto tra TG/HDL.

Una leggerissima integrazione a pranzo con selenio (50 microgrammi/die) e la sera con un oxiprolinato di cromo contribuirà ad alzare i livelli di HDL oltre a proteggere l’endotelio vasale.

Non dimentichiamo l’importanza farmacologia dell’esercizio fisico. Un’ora al giorno di camminata a passo veloce e ininterrotto o 45 minuti di corsa lenta (115-125 battiti cardiaci al minuto) tre volte alla settimana.

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